Pannelli fotovoltaici sui condomini
ENERGIE RINNOVABILI / Nuove regole aprono la strada alla sperimentazione: sarà possibile utilizzare l’energia solare per i propri consumi domestici pur abitando in un condominio
Nascono finalmente le “comunità energetiche”, grazie al via libera alla produzione e al consumo collettivo di energia rinnovabile con i pannelli fotovoltaici sui condomini. Questo permetterà di ridurre gli sprechi, abbassare i prezzi in bolletta e di conseguenza avere maggiore autonomia e ridurre le emissioni. La norma è stata inserita nel decreto Milleproroghe, permetterà ai condomini di installare pannelli sui tetti e di dividere l’elettricità prodotta. Agli imprenditori, inoltre, sarà consentito di avere un impianto unico, eliminando le barriere che fino a oggi impedivano di scambiare energia pulita per esempio in un distretto produttivo.
Per il momento ci sarà una fase sperimentale in cui sarà consentito installare impianti non superiori ai 200 kilowatt di potenza. Potranno entrare in esercizio dopo l’approvazione della norma e con un limite di tempo fino al 30 giugno 2021. Saranno previsti incentivi non cumulabili con quelli già in corso per lo “scambio sul posto”, cioè per chi mette energia in rete. L’energia prodotta potrà essere consumata subito, immessa in rete oppure “caricata” negli appositi accumulatori ed essere usata in seguito. Restano invariate le detrazioni fiscali per gli impianti rinnovabili.
“Si apre una nuova epoca per l’energia in Italia. Finalmente sarà possibile produrre e scambiare l’energia pulita nei condomini e tra imprese, tra edifici pubblici e attività commerciali”, ha dichiarato in una nota Legambiente. Il provvedimento legislativo italiano anticipa comunque il recepimento della direttiva europea 2018/2001, dedicata alla promozione delle fonti rinnovabili e alla creazione di comunità energetiche e di sistemi di autoconsumo da fonti rinnovabili. L’obiettivo è far diventare i cittadini dei “prosumer”, cioè produttori e consumatori.
L’obiettivo è far diventare i cittadini dei “prosumer”, cioè produttori e consumatori. Ci potrebbero essere enormi opportunità di crescita dal via libera alle comunità energetiche, soprattutto in un Paese con 20 milioni di condomini.
Il testo votato in parlamento è stato portato avanti dal senatore Gianni Girotto, ma attorno ad esso si è creato un ampio consenso parlamentare delle forze di maggioranza e di opposizione. Nasce da una proposta presentata da Legambiente e Italia Solare lo scorso anno a Rimini durante la Fiera Ecomondo. L’obiettivo è di procedere con un primo step che possa portare alla valorizzazione dello scambio di energia da fonti rinnovabili per utenze poste all’interno della stessa rete di distribuzione, in modo da valorizzare progetti locali e creare vantaggi per l’energia autoconsumata istantaneamente.
“In Italia ci sono 20 milioni di cittadini che vivono una situazione paradossale e antieconomica – ha dichiarato Girotto – abitano in condominio (ve ne sono sparsi da Nord a Sud), vogliono risparmiare sulla bolletta elettrica, ma in pratica non possono farlo perché le leggi attuali gli impediscono di usufruire della corrente elettrica che potrebbero auto-prodursi con un proprio impianto fotovoltaico sul tetto”. Stesso discorso per tutti i 60 milioni di cittadini italiani “che sanno che potrebbero risparmiare sulla bolletta, costruendo impianti di energia a fonte rinnovabile di comunità tra vari cittadini che abitano in abitazioni tra loro separate, per poi condividersi tra loro l’energia”.
Da queste istanze le prime sperimentazioni di autoconsumo collettivo e di comunità energetiche. Si apre la strada per progetti locali di impianti solari in autoproduzione, ma anche per scambiare localmente l’energia in eccesso, con riduzione di sprechi e vantaggi tanto ambientali quanto economici per imprese, famiglie e comunità. Ora l’aggregazione di più utenti per un impianto potrebbe diventare la nuova frontiera della diffusione per questa tecnologia, ci potrebbero essere enormi opportunità di crescita dal via libera alle comunità energetiche, soprattutto in un Paese con 20 milioni di condomini.