Soluzioni climatiche per un futuro sostenibile/1
L’emergenza climatica è la più grande minaccia alla civiltà che abbiamo mai affrontato. Ma ci sono buone notizie: abbiamo tutti gli strumenti necessari per batterla. La sfida non è identificare le soluzioni, ma implementarle con grande velocità.
Alcuni settori chiave stanno già correndo in avanti, esistono soluzioni più economiche che aspettano solo di essere diffuse. Vediamo quali sono settore per settore.
Trasporto
Responsabile del 14-28% delle emissioni globali di gas serra, il trasporto è lento a decarbonizzare e deve affrontare sfide particolari come il volo a lungo raggio.
Ma le soluzioni tecniche sono disponibili, se ci sono anche volontà, politiche pubbliche e spesa.
Le auto elettriche sono già più economiche da possedere e da gestire in molti luoghi, e quando i prezzi di acquisto saranno uguali a quelli dei veicoli a combustibili fossili nei prossimi anni si raggiungerà un punto di svolta. I veicoli a benzina e diesel entro la fine del decennio usciranno quasi del tutto dalle produzioni in Europa. Nel frattempo, i motori a combustione sono sempre più efficienti e meno inquinanti.
Nuovi modelli di biciclette e scooter stanno crescendo rapidamente man mano che le città di tutto il mondo abbracciano la micromobilità elettrica. Stanno arrivando navi molto più pulite per il trasporto merci globale. Il potenziale dell’idrogeno sta crescendo, per treni più puliti dove l’elettrificazione è impraticabile, per le navi e, un giorno, persino per gli aerei. I produttori puntano su aerei elettrici per brevi viaggi, soprattutto dopo la pandemia, che ha dimostrato che un mondo senza ipermobilità è possibile e che molte persone abbracceranno una vita in cui si spostano di meno.
Deforestazione
La deforestazione e il cambiamento nell’uso del suolo sono la seconda fonte di emissioni di gas serra causate dall’uomo. La distruzione delle foreste del mondo è proseguita a un ritmo incessante durante la pandemia, con milioni di ettari persi a causa del disboscamento nell’Amazzonia brasiliana.
Ma ci sono ragioni per invertire la tendenza. I governi in seguito alla Cop26 hanno richiesto nuovi impegni alle nazioni boscose per proteggere le restanti foreste. L’Indonesia e la Malesia, un tempo centri globali di deforestazione, hanno subito cali significativi negli ultimi anni, a causa dell’aumento delle restrizioni alle piantagioni di olio di palma. Infine, vi è un crescente riconoscimento dell’importanza delle comunità indigene per la protezione delle foreste e della biodiversità del mondo. Dare potere a queste comunità sarà fondamentale per porre fine alla deforestazione.