Virus e inquinamento, attenzione alle fake news.
Lombardia & coronavirus/Circola in rete e nelle catene di messaggi sul telefono l’idea che in Lombardia ci siano più casi per via dell’inquinamento. Attenzione: non esiste nessuna prova al momento.
È ben noto che l’inquinamento atmosferico arreca danni alla salute delle persone. Poiché la pianura padana è la regione più inquinata d’Europa potrebbe esserci una relazione tra inquinamento e il maggior tasso di mortalità da coronavirus registrato in Italia?
Siamo tutti d’accordo che lo smog sia dannoso per la salute e si debba fare di tutto per ridurlo. Quanto però alla notizia che il particolato atmosferico dell’inquinata pianura padana avrebbe favorito la diffusione del coronavirus bisogna essere cauti.
Lo studio promosso dalla Società italiana di medicina ambientale – circolato in rete e sui media in questi giorni – è stato infatti ridimensionato dalla Società italiana di aerosol, che ritiene come i dati non siano sufficienti per confermare questa ipotesi.
Infatti la zona di Bergamo non è tra le più inquinate nelle zone settentrionali e anzi in Lombardia risulta quinta in classifica per P10 e ozono, secondo il dossier annuale di Legambiente.
Torino, che è la città con i più frequenti superamenti delle soglie di polveri sottili, non ha sviluppato focolai virali comparabili con quelli della Lombardia.
Inoltre non è nota al momento la durata della vitalità del virus qualora si ancorasse alle particelle inquinanti che vagano per l’aria. Tutto questo per dire che ci troviamo di fronte a un problema complesso, con molti fattori ancora ignoti che hanno contribuito alla diffusione disomogenea dell’epidemia.
Quindi è giusto formulare ipotesi preliminari che spingano ad approfondire le ricerche, ma sarebbe importante mantenere i condizionali prima di affermare verità definitive.